giovedì 9 novembre 2023

 

FRAMMENTI – Copyright Roberto Ermenegildo Dalzoppo – Marchese di Brede

 

MEZZANOTTE

E' mezzanotte e non c'è alcun rumore proveniente dalla strada

la luna ha perso i suoi ricordi

sta sorridendo da sola

nella luce dei lampioni le foglie appassite si depositano ai miei piedi

e il vento comincia a gemere

memoria, tutto solo nella mezzanotte

posso sognare dei vecchi giorni

era bello allora

io ricordo il tempo in cui sapevo cosa fosse la felicità

lascia che la memoria riviva ancora.

 

PENSIERO

Si sta spegnendo la mia vita.....con soffi di vento sempre più lunghi scompare la cenere una volta materia di crescita illuminista ...allorquando il sole splendente scaldava teneramente la prima erba dei campi e folate di aria nuova permeavano il silenzio e l'oblio, il pensiero ed il desiderio di raggiungere mete lontane, d'amore e di pace, di giustizia e fratellanza...la mia vita se ne va.....ed io grido al mondo: "memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris".

 

PENSIERO

Io sono l'uomo che va in un ristorante, si siede a tavola e aspetta pazientemente, mentre il cameriere fa tutto, tranne annotare la mia richiesta.

Io sono l'uomo che va in un negozio e aspetta in silenzio, mentre i venditori terminano le loro conversazioni private.

Io sono l'uomo che entra in un distributore di benzina e non usa mai il clacson, ma aspetta pazientemente che il gestore finisca la lettura del suo giornale.

Sono l'uomo che spiega la sua disperata urgenza per un pezzo, ma non si lamenta quando lo riceve solo dopo tre settimane di attesa.

Io sono l'uomo che, quando entra in uno stabilimento commerciale, sembra chiedere un favore, sperando solo di essere notato.

Stai pensando che sono una persona tranquilla, paziente, del tipo che non crea mai problemi, ma ti sbagli.

Sai chi sono? Sono il cliente che non torna mai più!

Mi diverto vedendo milioni di euro spesi ogni anno in annunci di ogni ordine, per portarmi di nuovo alla azienda che quando ci sono andato, per la prima volta, tutto quello che avrebbero dovuto fare era solo una piccola gentilezza, semplice ed economica : trattare con un po' più di cortesia.

Esiste un solo capo: il cliente. E può licenziare tutte le persone della società, dal presidente al commesso, semplicemente spendendo i suoi soldi altrove.


PENSIERO 

Volevo ancora vivere una vita su un scala di accordi e vedere gente felice danzare ogni giorno.

Ma la musica sta per finire ed il ballo è già terminato.

 

FIORI DI PRIMAVERA

I fiori di primavera sono i sogni dell'inverno, storie di bambini mai nati.

 

LETTERA AGLI ALUNNI DELLE ELEMENTARI 

“Cari ragazzi della Jacopo Barozzi,

Abbiamo camminato insieme per cinque anni. Per cinque anni abbiamo cercato, insieme, di godere la vita; e per goderla abbiamo cercato di conoscerla, di scoprirne alcuni segreti.

Abbiamo cercato di capire questo nostro magnifico e stranissimo mondo non solo vedendone i lati migliori, ma infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole fino in fondo perché volevamo capire se era possibile fare qualcosa, insieme, per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore. Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più felice possibile. È vero che non sempre è stato così, ma ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà. E in fondo in fondo siamo stati felici. Abbiamo vissuto insieme cinque anni sereni (anche quando borbottavamo) e per cinque anni ci siamo sentiti “sangue dello stesso sangue.

Ora dobbiamo salutarci.

Io devo salutarvi.

Spero che abbiate capito quel che ho cercato sempre di farvi comprendere: NON RINUNCIATE MAI, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, AD ESSERE VOI STESSI. Siate sempre padroni del vostro senso critico, e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi o “addomesticare” come vorrebbe.

Ora le nostre strade si dividono. Io riprendo il mio consueto viottolo pieno di gioie e di tante mortificazioni, di parole e di fatti, un viottolo che sembra identico e non lo è mai. Voi proseguite e la vostra strada è ampia, immensa, luminosa. È vero che mi dispiace non essere con voi, brontolando, bestemmiando, imprecando; ma solo perché vorrei essere al vostro fianco per darvi una mano al momento necessario. D’altra parte voi non ne avete bisogno. Siete capaci di camminare da soli a testa alta, PERCHÉ NESSUNO DI VOI È INCAPACE DI FARLO.

Ricordatevi che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai distruggervi, SE VOI NON LO VOLETE. Perciò avanti serenamente, allegramente, con quel macinino del vostro cervello SEMPRE in funzione; con l’affetto verso tutte le cose e gli animali e le genti che è già in voi e che deve sempre rimanere in voi; con onestà, onestà, onestà, e ancora onesta, perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo e voi dovete ridarla; e intelligenza, e ancora intelligenza e sempre intelligenza, il che significa prepararsi, il che significa riuscire sempre a comprendere, il che significa riuscire ad amare, e… amore, amore.

Se vi posso dare un comando, eccolo: questo io voglio.

Realizzate tutto ciò, ed io sarò sempre in voi, con voi.

E ricordatevi: io rimango qui, al solito posto. Ma se qualcuno, qualcosa vorrà distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui, pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il cammino insieme, perché voi siete parte di me, e io di voi.”


PENSIERO

Il breve tempo di ciò che vive.

Essere stati la rugiada del mattino

il crepitare dei passi

sulla neve ghiacciata di gennaio

la cenere ancora calda

una brace mai spenta

una betulla piegata dal vento

il vento che muove il grano

come un mare.

Sto per giungere ancora

sulla riva del mare

ed è solo silenzio

a guardare i miei anni lontani.

 

PENSIERO

Possa venire il giorno [e forse verrà presto] in cui fuggirò sulla spiaggia di qualche cayo del Cayman verde, a vivere d'estasi, di calma e d'arte, vicino al mio cane Santiago, lontano dalla lotta europea quotidiana. Lì a Cuba potrò ascoltare, nel silenzio delle belle notti tropicali, la dolce musica sussurrante degli slanci del mio cuore, in armoniosa armonia con gli esseri misteriosi che mi saranno accanto. Finalmente libero, senza preoccupazione alcuna, potrò amare, cantare e morire.

 

AMICI CUBANI

suggerisco a voi soltanto tre parole: coraggio - passione - libertà.

Coraggio di affrontare nuove esperienze che diano maggiori opportunità ed una migliore prospettiva, allorquando soddisfazioni professionali e ricchezza non siano un peccato ma una risorsa della vita.

Passione nel perseguire differenti strade per raggiungere il traguardo, quel lontano orizzonte, siate cacciatori di orizzonti come il navigante di inesplorati porti.

Per la libertà lottate, ben sapendo che ognuno di noi è unico ed è nato libero e questo ci da la responsabilità di pensare con la nostra testa.

Uomini liberi sono stati:

MAHATMA GANDHI - ERNESTO GUEVARA [EL CHE] - THOMAS SANKARA - NELSON MANDELA - MARTIN LUTHER KING - SIMON BOLIVAR - SAMORA MACHEL ................. e tanti altri ancora.

 

PENSIERO

Ho un appuntamento ormai ogni momento, proprio quando compaiono sedie che invitano a sedersi, ho un appuntamento per l'eternità in questa decisione di vivere quotidianamente con lealtà.

Ho la convinzione di fallire a volte, ma una volontà d'acciaio, e questa mania di essere fedele a chi mi è stato fedele.

Ho un appuntamento, e non mancherò.

 

STESSI OCCHI VERDI COME LA MAMMA

Siamo di nuovo di fronte, dopo un imbarazzo confuso, un sorriso ritrovato, un abbraccio non voluto dal timore che non fossimo assieme per davvero.

Poche parole, ma tanta voglia di raccontare, di ricordare momenti e persone che mai più torneranno, tesori della memoria solo un poco offuscata.

Seduti vicini ancora sul prato ad ammirare la vigna, le braccia alzate al calore del sole, un urlo di gioia ancor più che di vita, poi coricarsi all'erba, al cielo lo sguardo ascoltando voci lontane cantare stornelli giocosi d'amore.

Son tornato lì da te per poco tempo e la poca libertà delle prigioniere regole ha così interrotto un dialogo assopito dal non volere drammatizzare la triste realtà.

Ma ben verrà una nuova visita, ancora ed ancora ne vale la pena per condividere ciò che è stato e quel breve periodo che ci rimarrà.

 

PENSIERO

Quando orienti la visionaria prua verso una stella e ti lasci trasportare sulle ali del sogno verso quella imponderabile meta, ansioso di perfezione e ribelle alla mediocrità, in te si innesca la misteriosa molla di un ideale.

 

LORENZO

Nel silenzio si piange la propria solitudine,

con la poesia si grida il proprio amore.

Con l'informazione diaria del Granma alimentò il suo sapere.

Abbiamo camminato tanto,

abbiamo camminato assieme,

e contenti ci siamo divertiti,

a piedi dal Parque Céspedes per Calle Heredia

e poi per Aguilera ed ancora Madre Vieja, Escario

fino al Parque Ferreiro ed alla Avenida Las Americas.

Il solito caffè con sambuca ed una storia raccontata in più.

Quel suo sorriso appena accennato, sempre educato, mai arrabbiato.

Aveva un nocciolo di purezza che lo portava a percepire ed accettare, senza mai chiedere, che a volte la vita è solo riflesso di quella dei più abbienti che vivono nei paesi "capitalisti".

Per questo, forse, già in gioventù entrò a far parte della FAR [la forza armata rivoluzionaria cubana], congedato con il grado di ufficiale maggiore.

Ci si intendeva: qualche parole di italiano. Ma sapeva anche il russo perché aveva compiuto, per un lasso di tempo abbastanza lungo, una missione nella ex Unione Sovietica.

A Bahìa Honda [regione di Pinar del Rìo] quella volta ci aspettavano vestiti a festa, giovani e vecchi, grandi occhi immersi in un verde naturale privilegiato, un luogo raro da trovare dove il sole e le piogge tropicali si fondono tra loro e danno vita ad alberi, fiumi e cascate che si estendono a perdita d'occhio.

Ci accolsero entrambi con un affetto straordinario ed una semplicità piena di grande umanità.

Dalla terrazza del Casa Grande un ultimo sguardo all'Ayuntamiento della città di Santiago de Cuba, ad Oriente, dove il sole accende per primi i magici colori del Cayman, un ultimo brindisi con te, carissimo Lorenzo. A presto Lassù per camminare ancora.......

 

"Nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta." - Ugo Foscol

 

 

IL SOLE D'INVERNO

Questa bella giornata di lucore mi ricorda quando, pressappoco sempre verso fine gennaio, nella nostra campagna si spargeva il tenue tepore del sole d'inverno e mia Madre mi accompagnava nella vigna, a ridosso della collina, in una zona pietrosa dove la vite teneva in serbo l'uva americana, piccola e dolce, per donarla alla raccolta dei primi giorni di settembre.

Mi raccontava che la cimatura di questa qualità d'uva veniva effettuata solo sui rami vigorosi intorno al mese di giugno e che si caratterizzava per essere chiamata con il nome di "uva fragola" ed aveva origini lontane nel tempo: tant'è vero si hanno testimonianze che giunse dall'America al Vecchio Continente intorno al 1825, o giù di li.

Ma mi raccontava anche della vita dura dei contadini, ai tempi quando lei era bambina, una levataccia d'estate alle 4 per la prima mungitura sino a sera inoltrata quando erano riposti gli attrezzi di lavoro nel magazzeno.

Mi diceva e si raccomandava di mettercela tutta sempre, e che studiare era importante, tu che puoi farlo: io sono andata poco a scuola, e con zoccoli grandi si percorreva tanta strada prima di arrivare all'aula, perché dovevo accudire ai fratelli minori e al pomeriggio portare poi le pecore al pascolo.

Mi insegnò l'onestà, l'umiltà, il rispetto e la gentilezza.

Al ritorno mi teneva per mano, forte.

Provo ancora la forza di quelle mani, e vedo ancora la luce dei suoi occhi.

Il sole d'inverno spariva però presto e l'aria tornava ad essere fresca.

La vita passa in fretta: venne il sole dell'estate e poi l'autunno di nuovo e gli inverni seguenti, che senza di lei sono stati più freddi, comunque.

 

FORSE ERA MEGLIO

Forse....era meglio quando si cagava dal rialzo di canna sopra il letamaio,

forse....era meglio quando ad inizio settembre le mondine si radunavano nell'aia e le più "fighe" strizzavano l'occhio come a significare "sei troppo piccolo....non te la do",

forse .... era meglio quando in paese chi possedeva un Landini "testa rossa" era considerato come un re,

forse.... era meglio quando mio nonno alla domenica di mezzogiorno chiamava a tavola tutti i figli dei mezzadri ed assieme "felici e contenti" si mangiava polenta ed ancora polenta con qualche "cicciolo".

 

CARLOS MARIN

Lo incontrai in un tardo pomeriggio al Baretto di via Sant'Andrea quando avevo 36 anni ed appena entrato a Il Giornale: un bellissimo giovanotto ventenne, parlava spagnolo ma mi raccontò che si era nato nella Germania Ovest pur avendo origini iberiche. Divenimmo un poco amici e la notte successiva andammo assieme al Nepentha. Aveva una voce a dir poco stupenda, e poi seppi che studiò canto a Madrid con Montserrat Caballè. Si chiamava Carlos Marìn. Gruppo musicale Il Divo. Ha lasciato questa vita terrena il 19 dicembre di quest'anno, a causa del Covid.

Un ultimo adios para ti Carlos y un pèsame para tu Familia.

 


MARIANO

Dedicato al mio amico Mariano - che non c'è più - ed ai miei compagni dell' Albert Einstein, quando si pensava di cambiare il mondo in altro migliore, alla fine tutto segue come sempre. A tutti gli uomini e le donne che hanno cercato una strada alternativa ed hanno resistito sino alla fine. A tutte le fanciulle in fiore ed in minigonna degli anni settanta, ribelli nelle aule e nei costumi, sovversive dell'amore e delle idee, compagne nell'anima e nella speranza, eterne ragazze!

Ma se la radiosa luce che una volta

tanto brillava negli sguardi è tolta

se niente può far sì

che rinnovi all'erba il suo splendore

e che riviva il fiore

della sorte funesta non ci dorrem

ma ognor più saldo in petto

godrem di quel che resta.

 

PENSIERO

Non avrebbe, forse, più senso parlare di ciò che si sa, magari senza tanti toni oracolari e con più argomentazioni? Noi siamo cittadini cui non servono besser-wisser aforismatici, ma intellettuali che ci insegnino la bontà del pensiero ben strutturato che si muove e avanza grazie al suo metodo storico: problemi, soluzioni e loro giustificazioni razionali ben costruite. Siamo ormai adulti e non abbiamo bisogno di evocatori senza inferenze né argomenti.


NOI GENTE DEL PO

Le offelle mantovane sono sempre buonissime, così era solito dire il carissimo amico March. Federico Cavriani, quando ci si incontrava al Bar Caravatti su Piazza delle Erbe, a Mantova.

 

LIVE FAST - DIE A LEGEND

Di questo periodo, un anno fa, durante una mite notte dal tepore primaverile dell'Avana la regina gialla degli astri smise improvvisamente di parlare alle stelle, e dalla falce di luna salì più di una lagrima. Perché il cuore di una giovane donna aveva interrotto il suo battito, nel mentre laggiù in basso, oltre il Malecòn, aumentò l'ampiezza della marea e le onde si infrangevano con più forza contro la battigia. Dall'oceano sconfinato distinta una luce volò al cielo ed una stella tra le stelle incominciò a pulsare i colori delicati della gioventù. Amanda. La sua Mamma dal Cile ora può vederla tutte le notti, lassù più in alto. Così si raccontano. Avete voi mai visto quante stelle raccoglie il cielo di Santiago del Cile: tantissime, tutte quelle dell'universo intero. Ed ancora oggi si sente da lontano gente che canta le canzoni di Serrat e di Violeta Parra e che recita poesie di Pablo Neruda e di Antonio Maceo. Qua dove si commemorano ancora le fanciulle in fiore e in minigonna degli anni settanta, ribelli nelle aule e nei costumi, sovversive dell'amore e delle idee, compagne nell'anima e nella speranza, eterne ragazze! Così come in mille hanno commemorato ed accompagnato per l'ultima volta Amanda , quasi tutte le genti di Centro Avana.

"Mi mancherai, stai tranquilla - sono stati sia momenti belli che brutti che abbiamo vissuto insieme- i dettagli, le piccole cose - ciò che sembrava poco importante - sono quelli che mi invadono di più la mente - quando mi ricordi ti te - vorrei fermare il tempo per rivederti - per abbracciarti di nuovo e non lasciarti mai andare - ma capisco che il tuo momento è arrivato - che Dio ti ha chiamato per essere al suo fianco, è così che voleva --------

Ma non avrei mai pensato che ti avrebbe fatto così male - non piangere più per me - sono in un luogo pieno di luce - dove c'è pace - dove non c'è il male -dove posso riposare - non piangere per me - è cos' bello qua che farò con calma - voglio che tu sia felice - che ti vada bene - e quando sarà il tuo turno di partire - spero di rivederti qui con me - mi mancherai stai tranquillo -----------in un secondo la vita è polvere e può dissolversi in un attimo - non hai portato niente- non prenderai niente - solo quel qualcosa che avevi dentro te - vorrei poter restituire il tempo - rivederti per abbracciarti e non lasciarti andare mai più" E' il testo di una canzone di Tercier Cielo.

Purtroppo stavolta è toccata a te, cara Amanda. Se così non fosse stato, saresti venuta in Italia ed avremmo potuto condividere ancora anni di vita assieme, tutti uniti finalmente. Un abbraccio forte, e grazie di proteggerci da lassù.

Nota: LIVE FAST - DIE A LEGEND è la massima che aveva fatta sua Jacopo Dimmito, un giovane pieno di vita e tante cose belle da realizzare, anche lui morto prematuramente in un incidente stradale a Milano. Trecento fiaccole lo accompagnarono per l'ultima volte, amici ed amiche che lo ricorderanno per sempre.

 

GARCIENIGA ITALIANA

La Garcieniga è un tipico dolce cubano ed io ero solito comperarlo al Sylvain Toyo di Santos Suarez (nella foto), un quartiere residenziale di La Habana. La cadena Sylvain è stata fondata nell'anno 1952 e prende il nome dal famosissimo chef francese Sylvain Brouté che prestò servizio presso le case più blasonate e prestigiose europee dell'epoca, tra le quali la Princesa de la Tour D'Aurvergne, il Conte di Vienna, il profumiere Jacques Guerlain, i Rothschild. Lo volle a La Habana negli anni '40 María Teresa Falla Bonet de Batista appartenente ad una della famiglie più ricche di Cuba, dove morì lasciando in eredità tutta la sua eccelsa esperienza, anche di pasticciere e panificatore. Oggi ho provato ha farla con la ricetta che mi è stata scritta diversi anni orsono, l'originale è a forma di sfilatino, codesta mia rotonda. Risultato più che soddisfacente, nonostante manchi l'allegria cubana. "Qué hermosa es mi Habana al caer del sol" sono le parole di una canzone di César Portillo de la Luz. Come è bella la mia Habana quando cade il sole, ed è vero. Dall'Hotel Riviera, guardando verso la fortezza del Morro, in ogni momento dell'anno il tramonto regala un panorama indescrivibile. La Habana risplende, accarezzata dalle ultime scintille del re degli astri. Con un poco di fortuna e molta pazienza si può godere la contemplazione del mitico raggio verde, che si osserva soltanto alcuni secondi prima che il sole scompaia definitivamente dietro la linea dell'orizzonte. E' il momento di esprimere un desiderio. Laggiù, al di là del Malecón, il mare già fresco della sera E più tardi avrà inizio la notte de La Habana che da Alejo Carpentier viene definita "il reale meraviglioso".

 

DOMANI

[la solita e triste poesia del vecchio]

Sempre s'accende l'aurora al cielo

ed il fiore si apre al mondo

s'alza il canto dal grano

e si sveglia il bimbo muovendo la mano

quando si affanna il vecchio al nuovo giorno.

Quasi scrivo piano piano

sempre più incerto e mesto

e camminando alla argentata ombra delle betulle

provo disagio ed evizione

mi è lontana la dorata luce del tempo che verrà.

Nel mentre la pienezza giunge prima della morte

dopo che al cielo elevasti il tuo sforzo

ed il sudore ti ha guidato sino alla rive dell'oceano immenso

riempire una coppa mai prima d'allora innalzata

e seduto sulle pietre calcinate dal mare

sereno aspettare che dalla melma gocce di spuma nera

coprano e disperdano il seme dell'uomo.

 

QUANDO PENSAVO FOSSE IL GIORNO DOPO All'ALBERT EINSTEIN

Vi racconto di quella Italia lontana dove erano ancora rimaste [l' inizio era stato qualche anno prima del 1960] praterie da percorrere, camminando piano o correndo a seconda della volontà, per raggiungere e conseguire benessere e posizione lavorativa migliore, allorquando l'ascensore sociale era funzionante verso l'alto e i nostri genitori, memori dei padri che dal capitano-maestro si facevano leggere e scrivere le lettere durante la prima guerra mondiale, investivano con sacrifici e di buon grado sulla istruzione dei propri figli.

Vi racconto di un episodio mio personale di quella Italia del '68 nel mentre molti giovani parteciparono ad un movimento unico nel suo genere dopo la seconda guerra mondiale, con una convinzione, più o meno radicata, di cambiare un mondo che poi, tutto sommato, non cambiò, a partire dalla guerra del Vietnam che non è stata certo l'ultima perché altre ne successero con episodi altrettanto cruenti di morti innocenti.

Dovete sapere che l'Alberto Einstein, IV liceo scientifico di Milano, in quegli anni di contestazione si dimostrò particolarmente attivo soprattutto con alcuni studenti che non sto a nominare, compreso me medesimo.

E proprio nel 1971, anno in cui conseguii il diploma di maturità scientifica, mi successe che quasi quasi fosse pregiudicato il mio esame di maturità. Bello tranquillo a casa, ripassando di tanto in tanto le materie, pensavo che l'orale fosse il giorno dopo. E solo grazie a quattro cari compagni, Giuseppe V. W. ora medico, Ugo F. lo stesso medico, Claudio G. dirigente ospedaliero e Mariano A. partner di Price W., che mi raggiunsero più che preoccupati per l'assenza, riuscii per poco a sostenere il colloquio e promosso riempire di gioia il tempo delle vacanze.

Purtroppo il destino benevolo in quella occasione si dimostrò malevolo più in la con gli anni, quando intrapresa la facoltà di medicina all'università, per un concatenarsi di eventi tristi, abbandonai gli studi definitivamente dopo tre anni.

E adesso che il ricordo si presenta solo per poco tempo e poi vola via rapido, solo una riflessione ti rimane a consolazione: la vita è tanto strana ma bella o brutta che sia vale la pena di viverla sino alla fine. Here.....presente. Alunno Roberto D. - 5a B

 

UN FIORE

Semplicemente fiorisce

Semplicemente perisce

I prati ai margini del mio viale hanno solo erba avvizzita

 

LE OSTERIE DEL PO

A me piacciono le osterie del Po

nascoste alla penombra di strade anguste

dove il Marchese di Brede entrava in silenzio

per non disturbar la gente

allora riverito con eccesso del canto.

A me piacciono quei volti sudati

e gli sguardi di sfuggita rubati

sorrisi gentili di brevi amori sbocciati.

A me piacciono le cose smoccolate e leggere

i calici di vino profondi

quando la mente si libera del tempo

vive il presente

perché non esiste altro

che questo istante esaltante

a livello di magico pensiero

colori anelito inquieto vitale

come un abbraccio forte

per ritrovarsi interi.

 [Dedicato ed in memoria di mio nonno, N. H. Ermenegildo March. di Brede]

 

VINUM ALOISII

Quando la luna saluta il sole che albeggiando inonda la prima luce sulle foglie verdi dei vigneti, dove è preservato l'oro dal chicco tondo, dopo la mungitura, Luigi s'avvia alla salita che porta alle "colline del buon vino".

Al vecchio pozzo color verderame tira una presa di tabacco fino, e riposta l'antica custodia di vetro riprende il cammino, ancora ai piedi gli zoccoli olandesi di legno che tagliano il silenzio quasi assoluto sull'altura. Quando incespica in un sasso si ferma a controllare la maturazione dell'uva. Riconta a voce bassa i raccoglitori venuti lo scorso anno, nominando anche i vecchi, ma alcuni in paese sono morti altri, i giovani soprattutto, il paese l'hanno abbandonato, tante donne non più giovanissime con i figli appresso, ma va bene lo stesso. Le più in la con l'età, due tre, andranno sul carro a pigiare. A sera non molto tarda si scenderà alla cascina. Ecco, si sentono arrivare, per primo il tocco del campanaccio della "Lola", la fassona bianca che ben conosce il cammino da anni e che rallenta prima che la grande, alta cancellata di legno si apra all'ingresso dell'aia. Segue tutto il gruppo, chiacchierio dopo chiacchierio, finalmente la giornata è finita. Al tavolone, le assi di legno affiancate, canto e allegria e sentimenti nuovi porta questo "nostro vino" e altri ancora durante la notte dolce delle Langhe. E tanta pace, parole che ti frugano più dentro e che dal sangue risalgono legando terra e amori con l'antico canto.

[DEDICATO A MIO ZIO LUIGI, CONTADINO]

 

ETERNE RAGAZZE DEL CILE

Cantarono canzoni di Serrat e di Violeta Parra, recitarono poesie di Pablo Neruda e di Antonio Machado, cucinarono con le spezie di illusioni felici. Ridono e ricordano un tiranno in uniforme di Villa Grimaldi.

Eccole lì con il loro passo sicuro e l'orgoglio di chi ha rischiato tutto.

Quei corpi che parlano d'amore, conservano l'amore di tutti i caduti.

Quelle labbra che invitano al bacio si sono lamentate, ma non hanno detto neppure un nome di persona, di fiume, di montagna, di bosco, di strada. Non hanno detto nulla che servisse ad orientare i boia.

E quegli occhi che si inondalo di luce e illuminano hanno pianto degnamente i morti del Cile.

Fanciulle in fiore e in minigonna degli anni settanta, ribelli nelle aule e nei costumi, sovversive dell'amore e delle idee, compagne nell'anima e nella speranza, eterne ragazze!

 

MIEI AUGURI

Vi auguro dei sogni da non finire più e la voglia furiosa di realizzarne alcuni.

Vi auguro di amare ciò che bisogna amare e dimenticare ciò che bisogna dimenticare.

Vi auguro passioni, vi auguro silenzi.

Vi auguro canti di uccelli svegli e risate di bambini.

 

A CHI RESTA

Ho ascoltato un suono acuto

che sembra musica del futuro.

Ho visto scrivere nell'aria con le braccia tese

libertà, libertà !

e là dove si abbracciano il mare al grande oceano

barche che frustano le onde.

Dal cayo giovani nuovi soffiano sul fuoco

perché non si spenga,

lo attizzano perché brillino le braci,

e poi lo alimentano con legna secca

perché i tizzoni della cultura restino vivi.

 

PENSIERO

La strada lunga ed il percorso incerto

m'appoggio al tronco del cipresso

ora prostrato all'onda strepitante

parlo e deliro con le speranze.

O materna rossa terra mia

ricorderai soltanto il canto del figlio

a me prescrisse la sorte

solitaria sepoltura.

Dopo che il morbo sottentra

e fa di più la vecchiezza

e l'ombra della gelida profonda morte.

Meco ritorna a vivere

il grano, il bosco, il monte, il rio bianco

e l'acqua e l'aria tersa.

Poi dolce e chiara torna anche la notte

e senza vento e quieta in mezzo agli orti

posa la luna

e di lontano rivela silente

ogni linea piana ed ascendente.

Possente dominator di mia mente

caro dono del ciel

compagno nei lugubri miei giorni

pensiero che innanzi a me

così spesso torni

contami del volo lassù infinito

sussurrami del frutto proibito.

 

AMANDA

Per quel poco che ho potuto starle vicino va riconosciuto ad Amanda il merito di essere una giovane buona e seria, attenta e prodiga con la sua famiglia e soprattutto le due gemelline sorelle che accudiva giornalmente, ferma nei suoi sani propositi e con una vita da modella che avrebbe potuto riservarle tantissime cose belle….un pensiero alla sua Mamma che non potrà vederla anche se per l'ultima volta perché lontana dal Cayman…...Amanda era molto, molto bella, aveva un fascino tutto suo proprio, ed era grandemente elegante...ovunque tu sia andata sarai sempre con noi, nel ricordo di chi ti ha voluto bene ed apprezzata… Amanda era giovanissima….un triste e maledetto 22 febbraio 2020 la sorte ha deciso di interrompere la sua vita terrena…...

 

GESU'

Ancora una volta sei venuto tra noi Gesù

ma nessuno più mi regala il filare di castagne che mio Padre comprava alla fiera di Sant'Ambrogio

ma non sento più il profumo delle bucce d'arancia che mia Madre metteva sopra la stufa

ancora una volta sei venuto tra noi Gesù

ancora una volta grazie

ma per me sempre più triste diventa il giorno di festa.

 

ZIO GINO

Faccia a faccia ci siamo guardati

in quel posto lassù per vecchi

immerso nelle colline delle Langhe

tu pensavi ad altro

mentre cercavo i tuoi occhi

quegli occhi di buon contadino

poi quel sorriso saltato fuori dagli sguardi

che finalmente si sono incontrati.

Si eravamo noi

proprio noi

come quando si beveva in allegria alla osteria

e sulla tavola il salame di patate che sempre portavi.

Fuori era freddo

ed il momento dei saluti era rimandato di ora in ora

la nebbia aveva già coperto tutto attorno

il silenzio della notte sempre più cresceva nel profondo

e chissà nel resto del mondo

ma noi si parlava

si parlava tanto

si sognava un per l'altro un anno migliore.

Ora che il sogno si confonde con la realtà

a te non resta che sognare

a me un altro breve giorno per continuare.

 

PENSIERO

Torna l'autunno e l'inverno più bianco

nel ricordo si ravviva il pianto

e d'aver dato tanto

e ricevuto solo un po' d'amore

forse quel che basta

per consolare il tuo dolore.

 

PENSIERO

..alla quiescenza vado sereno, lasciando te Ulisse scopritor del mondo infinito l'ardito compito di trovar si bello luogo per vivir l'eterno lutto…..vado e chiudo la mia anima agitata per non morir prima che la dea Minerva colpir di spada dura voglia il mio cuor...che vola alto verso il cielo dal blu diffuso e dal sipario eluso....